Porto Santo Stefano - Il palio marinaro

Scritto da Federico Stango.

Ogni anno, dal 1937, per ferragosto si svolge a Porto Santo Stefano il palio marinaro: è qui che i campioni dei quattro rioni - Valle, Croce, Pilarella e Fortezza - si combattono all'ultimo remo in una gara che il paese vive con grande partecipazione.

Il palio racconta la storia del rapporto col mare di una comunità che con il tempo è cambiata ma che questo patto vuole ricordarlo. A ferragosto il suono della città è solo quello del mare e dell'uomo; le contrade tornano padrone del proprio ambiente e nessun motore disturba la festa, chiassosa ma a modo suo.

I guzzi in gara sotto l'occhio ed il tifo degli spettatori.Nelle placide acque del Turchese, il moschetto del Capitano del porto segnala la partenza con uno sparo: quattro imbarcazioni, ciascuna col nome di un vento scritto sulla fiancata (Libeccio, Grecale, Scirocco, Maestrale), sfrecciano per la supremazia sul mare di un rione e per la storia della sua gente. La prova è lunga e massacrante e, da terra, le famiglie incitano la voga con passione e totale coinvolgimento. Ciascuno spettatore ha la posizione di sempre, per scaramanzia, e si è conquistato il posto combattendo contro il solleone.

Un guzzo taglia il traguardo prima degli altri, a volte di pochissimo, e al suo arrivo il vincitore viene circondato da un'infinità di sostenitori che per l'occasione si sono gettati in acqua con tutti i vestiti e l'hanno raggiunto a nuoto.

Tra bandiere, abbracci, lacrime e canti, tutti tornano un po' alla volta a terra e si preparano per l'ingresso trionfale nel palazzo comunale dove, vincitore e vinti, attenderanno il premio per l'impresa. Così giunge la sera e torna il normale proseguire di una giornata d'agosto mentre riecheggia la festa fra le strade del rione vittorioso e la voce del mare torna il sottofondo di sempre.

Tutte le date del palio

Dal 1937 ad oggi il palio si è corso ogni anno ad eccezione degli anni dal 1940 al 1944 per via del conflitto mondiale. Queste le date più importanti da ricordare:

  • 1939 - Ridefinizione dei simboli e dei colori dei rioni;
  • 1950 - L'amministrazione comunale fa costruire 4 guzzi identici da assegnare ogni anno ai rioni tramite estrazione a sorte. Fino a questo momento si gareggiava con guzzi privati;
  • 1950 - Il comune definisce un nuovo percorso per la gara che sarà di 4000 metri anziché di 3000;
  • 1956 - Istituzione della Coppa d'oro "Torre Lividonia" per quei rioni che riusciranno a vincere il palio per tre anni di seguito;
  • 1958 - Il percorso viene ancora modificato dividendo i 4000 metri in 8 tratte da 500 per poi raggiungere le 10 tratte da 400 metri;
  • 1960 - Una giuria scelta assegna il premio "Timone d'Argento" al migliore timoniere della regata;
  • 1970 - Nasce la "Coppa Primo Vongher", ovvero il "Paliotto". Si disputa il 16 agosto in batterie e finali sulle stesse imbarcazioni del palio su un percorso di 800 metri con una virata a largo. Vi prendono parte i giovanissimi (massimo 16 anni) che vogliono provare per le prime volte le proprie capacità.
  • 1976 - i vecchi guzzi vengono sostituiti da altri 4 uguali fra loro seppure leggermente differenti dai precedenti. Viene comunque mantenuto il medesimo nome;
  • 1981 - Viene istituito il "Palietto": gara per i giovani santostefanesi di età non superiore ai 23 anni eccezion fatta per il timoniere. Si disputa sempre sullo Stadio del Turchese su una distanza di 2400 metri in sei tratte da 400;
  • 1998 - Affiliazione alla F.I.C.S.F. - Il palio marinaro dell'Argentario entra a far parte della Federazione Italiana di Canottaggio a Sedile Fisso;
  • 2005 - Riallineamento del campo di gara. Si spostano i corpi morti agganciati ai gavitelli a largo per avere le corsie dalle dimensioni più omogenee possibili.
  • 2006 - Il comune assegna con una convenzione ventennale le sedi ai rioni Fortezza e Valle. Restano in via di assegnazione quelle di Croce e Pilarella.
La gallery dell'edizione 2012


Il palio fra storia e leggende

Le origini del palio sono più antiche della stessa ufficializzazione dell'evento e in alcuni tratti tuttora non sicure: non siamo in grado di dirvi quale storia sia vera e quale frutto di fantasia ma tutte, come ogni leggenda che si rispetti, conservano tratti di verità. Scopriamo le più affascinanti.

Lo scontro fra i rioni

Seppure proprio nel 1937 venne redatto il regolamento e vennero stabiliti nomi e confini dei rioni, più testimonianze lasciano trasparire che la manifestazione possa aver avuto origine circa un secolo prima, quando Leopoldo II di Toscana decretò la nascita del Comune di Monte Argentario separandolo di fatto dal controllo di Orbetello.

E' proprio a cavallo del 19esimo secolo che, grazie alla grande crescita demografica dell'abitato e alla netta differenziazione delle attività lavorative fra le aree urbane, i quattro rioni iniziarono a distinguersi e confrontarsi in tutte le occasioni della vita pubblica fino a sfociare in uno "scontro" poco diverso nei natali da quello del famoso palio di Siena.

Infine, anche il 15 agosto non pare una data casuale: l'affermarsi del culto dell'Assunta, patrona dei marinai, offriva la possibilità di affiancare la cerimonia religiosa ad una manifestazione sportiva marinaresca nella quale far confrontare i quartieri. E' di quel periodo, appunto, la prima gara di "guzzi" inserita fra le iniziative del comitato cittadino denominato "Signori della festa".

La fuga

Che la gara sia nata a seguito di una delle tante incursioni piratesche per razziare la costa non è un'ipotesi remota. Di ritorno da una normale giornata di pesca a Cala Grande, si narra che un gruppo di pescatori a bordo di un "tartarone" notò all'orizzonte la bandiera pirata di un vascello che si dirigeva verso di loro.

Messa in mare una scialuppa, i pirati cercarono di raggiungere i pescatori che, intuito il pericolo, vogavano per mettersi in salvo. Nonostante il gran vigore, i saraceni si avvicinavano sempre più pericolosamente ai poveri pescatori che ad un tratto ebbero un'intuizione: c'era una grotta ben mimetizzata tra le insenature poco distanti da Punta Cacciarella e sarebbe bastato tener duro ancora un attimo prima di potercisi nascondere. Così fu: i pirati si videro quasi sparire davanti la preda e nonostante qualche ora di ricerca furono costretti a tornare alla nave ed allontanarsi.

Un contradaiolo si tuffa in mare vestitoSolo allora i pescatori uscirono dal nascondiglio e fecero ritorno al porto. Raccontata l'avventura, l'indomani fu giorno di festa per lo scampato pericolo e da quel giorno decisero che ogni anno si sarebbe ricordato l'evento con una regata remiera il cui vincitore avrebbe ottenuto in premio uno stendardo dedicato alla Madonna dell'Assunta, protettrice di questi sfortunati ma furbi pescatori.

Il nome della grotta da allora è stato: la Grotta del Turco.

L'assalto

La leggenda per cui il palio sia una forma di rievocazione di una scampata cattura, seppure mette in mostra forza e furbizia dei pescatori santostefanesi, non rende particolarmente onore al loro coraggio e spiega con qualche difficoltà come un evento così importante sia giunto così vivace fino ai giorni nostri.

Esiste dunque un'altra storia, sempre di pirati, meno credibile ma molto epica, che vale la pena di raccontare: quella dell'assalto alla nave corsara. Già, perché a furia di vedersi razziare la cittadina, i santostefanesi dovevano essere piuttosto arrabbiati.

La rabbia di per sé era concepibile, ma per la vendetta mancava un'occasione: a questo pensò Eolo e fu così che in un giorno di bonaccia, una nave corsara a largo di Lividonia rimase senza vento nelle vele.

"Un bersaglio facile" devono aver pensato dal porto. Spinte in acqua le grosse barche a remi, i pescatori si misero a vogare per assaltare la nave. La fortuna, a volte, è però una strana amante. Il vento un po' per volta stava tornando e la vista delle vele che tornavano a gonfiarsi deve aver gelato il sangue ai santostefanesi che lottando contro il tempo dovettero affrettarsi verso la feluca prima che questa tornasse ad essere il pericoloso nemico di sempre.

Le poderose remate decretarono il successo dell'impresa e, dopo una dura lotta, i pirati furono sconfitti, la nave spogliata dei suoi tesori e data alle fiamme. Il ritorno in paese dei pescatori ormai eroi, i compaesani in festa e i pescatori della prima "sciabica" che raggiunse il vascello a sventolare lo stendardo corsaro come trofeo.

L'importanza di farsi notare

Infine, secondo alcune prove, è abbastanza plausibile che le origini del palio marinaro debbano essere ricercate invece nel periodo dei Reali Presìdi di Spagna: un disegno di Ignazio Fabbroni, che ritrasse Porto Santo Stefano dal 1664 al 1667, mostra quattro imbarcazioni a remi con timoniere e vogatori che sembrano gareggiare sulla baia del Turchese per avvicinarsi al bordo delle grandi navi ancorate nei pressi.

Alcune ragazze di contrada con i colori del rione.Questa versione è un'ipotesi insieme semplice ed affascinante. Si pensi che è proprio la forza delle braccia a muovere l'economia di porti come Santo Stefano: remando si traghettano avanti e indietro marinai, soldati, cibo, acqua, merci, armi; remando si pesca lungo la costa; remando si trainano i velieri nei giorni di bonaccia. Aggiugiamo un elemento e teniamo presente quanto forte sia la volontà di primeggiare e quanto comunemente accade che le attività umane si spostino dall'ambito lavorativo a quello ludico.

Ecco che la nascita delle gare di "lance", di "guzzi" o "tartaroni" assume una sfumatura completamente diversa: chi arriva prima soddisfa il padrone, ottiene migliori contratti e forse, più semplicemente, viene ammirato più degli altri dalle ragazze.

A voi scegliere la versione prima di precipitarvi nel clamore della festa.

Ringraziamo Eleonora Birardi per il grande supporto fotografico senza cui questo articolo avrebbe sicuramente avuto un look molto più "spento".

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