Le porte di Orbetello
Quando si parla delle porte di Orbetello, automaticamente si pensa a quella costruzione monumentale che, prospiciente al viale tra il Parco delle Crociere e l'ex Idroscalo, separa la vecchia città storica dal più recente agglomerato urbano del quartiere Neghelli. Nella costruzione si aprono tre archi e ciò da solo giustificherebbe l'uso del plurale ma in realtà il suo uso è dovuto all'esistenza di ben cinque porte delle quali una è ormai scomparsa!
Nella cinta muraria più antica, quella formata da massi poligonali, detta "etrusca" anche se la datazione di questa opera precede l'insediamento locale dei nostri antenati toscani, sono rilevabili almeno altre due porte, una a ponente e una a levante. Se volessimo considerare anche queste ultime due avremmo ben sei porte attualmente esistenti!
Porta Senese
La porta più antica, rispetto al primo gruppo delle quattro, è quella senese e la si può trovare nell'angolo di intersezione tra il terrapieno e il bastione della Rocca, proprio dietro un angolo del campo sportivo. E' attualmente murata ma perfettamente visibile ed era da questa porta che nel XV-XVI sec. la chiesa di S. Maria delle Grazie (chiesina dell'ospedale) prendeva il nome, infatti in un documento attribuito all'architetto fiorentino Baldassarre Peruzzi, datato 1530, era chiaramente indicata come S. Maria ad Portam.
Porta del Soccorso
Segue la porta denominata "del Soccorso" a seguito di un fatto d'armi risalente all'assedio Franco-Piemontese di Orbetello del 1646. Questo accesso fu fatto costruire nel 1620 sotto il regno del re di Spagna Filippo III e il vicereame del duca di Ossuna. La si può ammirare, purtroppo non in buone condizioni, presso le attuali peschiere, ancora affiancata, a sinistra, dal basso bastione Burgos, e con i piccoli corpi di guardia attigui.
Porta Esterna di Terra
Poco distante, interrata e in stato di abbandono, si trova la Porta Esterna di Terra. Bella porta di stile barocco, rivestita di granito e travertino, con ben evidenti gli alloggiamenti delle travi di un ponte levatoio ormai inesistente. A suo tempo fu costruita a pelo di un fossato colmo d'acqua che, sviluppandosi parallelamente a tutto il perimetro delle fortificazioni cingenti da quel lato la città, ad ulteriore difesa, la separava dalla terraferma.
Frontalmente il ponte levatoio raccordava l'antica strada di ingresso ad Orbetello. Ai suoi lati accorpa i due stanzoni che ospitavano i soldati di guardia, uno dei due oggi ospita il laboratorio di ceramica del noto artigiano Gianni Capitani. La costruzione della porta fu terminata nel 1692 sotto il regno del re di Spagna Carlo II, il vicereame del duca di Benavides ed il governatorato dello Stato dei Reali Presìdi di Don Marino Carafa, come documentano l'epigrafe e gli stemmi ivi apposti.
Porta Nuova
Infine si ha la quarta porta, ultima in ordine cronologico, e anche la più imponente: Porta Nuova, o Portone di Piazza d'Armi, o Porta Medinacoeli. Deve quest'ultimo appellativo al viceré Don Aloisio de la Cerda Duca di Medinacoeli che ne volle la costruzione, o meglio la ristrutturazione, completata nel 1697 sotto il regno del re di spagna Carlo II, nell'ambito dei lavori di potenziamento del sistema difensivo della piazzaforte di Orbetello. Nella stessa posizione esisteva una porta molto più piccola, già nelle più vecchie fortificazioni senesi del XVI sec. Ciò è documentato in una relazione del Peruzzi (già citato) datata attorno al 1530, nella quale l'architetto militare suggeriva di apportarvi modifiche per renderla più sicura.
Fu costruita corredandola di caserme, laboratori, corpo di guardia e quanto altro fosse in uso nel XVII secolo: venne descritta in un documento dell'Ottocento "…alta, amplia, a volta, con doppio usciale…", un vero gioiello di architettura militare!
Osservandola oggi notiamo che sulla facciata interna (lato Orbetello), sopra l'arco dell'usciale principale, sono apposte l'epigrafe che ricorda il completamento dell'opera e lo stemma reale di Spagna. Mentre sulla facciata esterna si possono notare un altro stemma reale di Spagna, uno stemma della città di Orbetello (il destro), e due stemmi di viceré, dei quali uno (il centrale), appartenente a Don Pedro Téllez Giròn, Duca di Ossuna, che, assieme all'epigrafe che completa il gruppo, originariamente erano di corredo alla Porta del Soccorso e furono lì apposti verso la fine dell'Ottocento, dopo che detta porta fu giudicata pericolante. Sempre dalla parte interna, sopra il tetto, domina una statua di S. Biagio patrono di Orbetello, rivolto verso la città, con un braccio alzato benedicente e con un pastorale nell'altro.
Originariamente Porta Nuova aveva un solo usciale (fornice), gli altri due, così come si presenta oggi, furono aperti attorno al 1930 per rendere più agevole l'ingresso alla città dopo che era stata variata la via d'accesso principale, ricavando l'ultimo tratto della nuova, dal viale tra l'Idroscalo e il parco con le palazzine alloggio ufficiali (oggi Parco delle Crociere).
-
Ospite (rossella rispoli)
PermalinkQuello che scrive Mario Regina è sempre degno di attenzione e cura particolare. Ho sempre sostenuto che persone come Mario dovrebbero essere considerate monumenti cittadini e protetti oltre che valorizzati perchè costituiscono un valore aggiunto al territorio.
0 Like
Commenti (1)