Giannutri
A circa 8 miglia a sud-est dell'Isola del Giglio e circa 6 a sud di Monte Argentario, Giannutri è l'isola più a sud dell'Arcipelago Toscano. Visitiamola, impariamo a conoscerla e a rispettare i suoi delicati equilibri: sia sulla terraferma che osservando i suoi magnifici fondali.
L'isola di Giannutri
Guardandola dall'alto somiglia ad una lettera dell'alfabeto, una C, per la precisione. La sua forma a mezzaluna le è valsa l'antico nome, prima greco, di Artemisia e poi romano, di Dianium, la vergine dea della caccia. E' conosciuta anche con il nome di Isola dei Gabbiani, per via del gran numero di gabbiani reali subentrati a quelli corsi (Ichthyaetus audouinii). Giannutri è un'isola prevalentemente calcarea su cui possono vedersi vari stadi di degradazione di foreste di leccio, ginepreti costieri e macchia mediterranea.
Da un punto di vista faunistico è un'area di sosta fondamentale durante le migrazioni e presenta rare specie aviarie nidificanti marine. Non è raro imbattersi in esemplari di monachella (Oenanthe hispanica), berta minore (Puffinus yelkouan), magnanima sarda (Sylvia sarda) e più raramente in un marangone dal ciuffo (Phalacrocorax aristotelis). Fra i rettili, il Tarantolino (o Phyllodactylus europaeus), simile al geco ma di dimensione più contenuta.
Storie di pirati, torri e fantasmi
Se già la Maremma è famosa per storie di briganti come il Tiburzi, per lo più amato dalla sua gente, i più "anziani" pirati dell'Arcipelago Toscano non godevano del medesimo favore. Terminato lo splendore dell'epoca romana cui si deve la villa del II° secolo dopo Cristo edificata dalla famiglia domizia Enobarbi (strettamente imparentata con l'imperatore Nerone), Giannutri restò disabitata per molti secoli, impossibile da difendere per via della sua conformazione pianeggiante. Il vero tallone d'Achille della presenza spagnola in Italia.
Covo di pirati: questo era Giannutri. Un avamposto, un rifugio per tentare incursioni sulle coste dello Stato dei Presìdi. Gli stessi governanti spagnoli per secoli ragionarono e progettarono sistemi di difesa per quest'isola senza giungere mai ad una vera conclusione. Fu così che anche i progetti più ambiziosi di strane fortificazioni a pianta ottagonale o altre, imponenti, su più livelli e munite di sotterranei da usare come rifugio in caso di bisogno, svanirono senza mai vedere luce.
Ciò nonostante, sul finire dell'800 qualcuno provò a tornare a vivere sull'isola. Questa è la storia di Gualtiero Adami, capitano garibaldino che insieme al fratello affittò Giannutri per coltivarla. Quando il fratello, stanco dell'inospitalità del territorio decise di tornare nel continente, Gualtiero si fece raggiungere dalla nipote Marietta Moschini con cui ebbe un'intensa storia d'amore.
Insieme vissero ricavando la loro dimora presso la cisterna della villa romana (chiamata "Villa Agrippina") e qui il capitano si spense a 80 anni (di fibra forte, per altro, dato che era riuscito a sconfiggere la malattia ai polmoni che lo aveva accompagnato sull'isola tanti anni prima). Quando morì Gualtiero, narra la leggenda che la moglie, distrutta dalla perdita, scomparì misteriosamente per poi riapparire, vagando nei pressi della villa romana, sotto forma di una donna avvolta di tela. E così, sconvolta dalla perdita della persona amata si aggira tuttora come un fantasma, gridando nell'altrimenti placida macchia mediterranea.
Nasim, Anna Bianca e le immersioni
Seppure con molti divieti per preservare la natura dell'Isola, immergersi (dove concesso) nelle acque di Giannutri può dare delle grandi soddisfazioni. Prima di tutto per via delle ampie pareti verticali ricche di coralli, gorgonie, spugne e tunicati; poi per le estese praterie di posidonia. Non è però soltanto la natura a dare spettacolo in questi mari: seppure parte di piccole sventure navali, i relitti Nasim e Anna Bianca non sono da perdere per gli amanti delle immersioni.
Nasim - poco fuori dal piccolo porto di Cala Maestra giace adagiato con il lato di babordo sul fondale, il relitto della nave mercantile Nasim, affondata in una notte del 1976 dopo aver speronato di prua gli scogli di Punta Pennello. E' possibile immergersi in corrispondenza di una bitta di ferro proprio in prossimità di Punta Pennello. Conservando come riferimento il confine fra posidonie e sabbia, fra i 33 ed i 36 metri riuscirete ad individuare le prime due auto fuoriscite dal carico durante l'affondamento per trovarne poco sotto un'intera distesa disposta su un fondo di sabbie bianche. Ancora 30 metri e vi apparirà la gigantesca sagoma della nave.
Anna Bianca - Cento metri dalla costa, a nord di Cala Ischiaiola. Vivien, il nome originale della nave, è sepolta dal 1971 a 40 metri sotto il livello del mare a far da casa a gronchi e musdee, coricata al fondo da tribordo. Affascinante vederne la sagoma dalla superficie (le acque di Giannutri sono così limpide da offrire buona visibilità anche oltre i 35 metri) e ancora più spettacolare vederne da vicino prima la poppa (verso sud) per poi spostarsi nel punto dello spezzamento del relitto e, qualche metro più sotto, il troncone di prua. Spirografi in una delle cabine, astici che hanno trovato rifugio nelle feritoie delle paratie del ponte, un'esperienza impressionante. Attenzione però alla sala macchine, pericolosa per via del grande intrigo di cavi cui si può restare facilmente impigliati.
Raggiungere Giannutri
Arrivare sull'isola è facile ed è possible farlo utilizzando il servizio della compagnia di navigazione Maregiglio. La partenza, sede anche della società, è Porto Santo Stefano, di per sé meritevole di almeno mezza giornata di visita. Durante la stagione estiva è possibile raggiungere Giannutri anche partendo da Giglio Porto.
Si sbarca solitamente allo Spalmatoio anche se, in particolari condizioni di vento, potreste attraccare anche a Cala Maestra, unica spiaggetta dell'isola dove è possibile fare il bagno. Vi consigliamo di portare la maggior parte di quanto necessario per la giornata dato che esiste un solo esercizio commerciale.
La gallery di Giannutri
Passeggiare per l'isola
Giannutri è lunga poco più di 3 chilometri e larga 500 metri. Passeggiare lungo i suoi sentieri è facile e piacevole anche per i più pigri che troveranno al più 4 modeste alture (Poggio Capel Rosso, Poggio del Cannone, Monte Mario e Monte Adami) tutte tra gli 88 e 43 metri. A piedi è possibile raggiungere entrambe le estremità dell'isola immersi in splendide macchie di euforbia.
Punta San Francesco e Punta del Capel Rosso saranno i vostri riferimenti e, da un capo all'altro, durante il tragitto, delle brevi deviazioni vi porteranno agli altri punti di interesse:
- Punta Scaletta, dove è ancora possibile ammirare uno scafo romano integro;
- Villa Agrippina e la Casa del Garibaldino (quest'ultima costruita con gran parte del marmo della prima), dove potrete osservare parzialmente conservati i pavimenti marmorei, i mosaici in bianco e nero, la suddivisione fra zone estive ed invernali della villa ed il piccolo complesso termale;
- Cala Maestra, con la sua perfettamente conservata darsena costruita in epoca romana in Opus Reticolatum e l'ex magazzino per le derrate trasformato nella "Taverna del Granduca" ancora riccamente arredato con anfore e capitelli romani;
- Cala Spalmatoio, da cui sono visibili i pilastri di ormeggio e lo scivolo per barche di modeste dimensioni, anch'essi di origine romana.
Parco dell'Arcipelago Toscano
Muoversi liberamente sull'isola è possibile per la maggior parte dell'anno ma dal 26 maggio al 12 ottobre è necessario rispettare alcune regole per l'accesso e la salvaguardia di questo piccolo paradiso: l'ingresso è consentito ad un massimo di 300 visitatori al giorno con accesso su due aree a nord e a sud sulla strada che collega Cala Maestra e Cala dello Spalmatoio, accompagnati dalle guide del parco e dietro pagamento di un biglietto che comprende l'accompagnamento stesso e l'ingresso all'area protetta. Il costo del biglietto è destinato al finanziamento degli interventi di risanamento ambientale e tutela dell'isola sia a terra che a mare.
Proprio al mare si estende una parte ampia della tutela ambientale di Giannutri. Tutto intorno alla costa sono state costituite infatti due zone di tutela così gestite: nella zona 1 è previsto il divieto di accesso, di pesca, di immersione, navigazione, sosta e ancoraggio; nella zona 2 si può accedere, fare immersioni, navigare, sostare e ancorare.
Infine, la pesca sportiva è permessa solo ai residenti dell'isola e comunque previa autorizzazione del Parco.
Vi preghiamo di fare riferimento al sito ufficiale del Parco Nazionale Arcipelago Toscano per la precisa documentazione sulle norme di comportamento sia sull'isola che in prossimità di essa.
Soggiornare a Giannutri
Prima di tutto: sull'isola è vietato il campeggio. Per pernottare esistono poche soluzione ma lo splendore ed il silenzio di una notte delle più riposanti che abbiate mai vissuto, valgono una telefonata in una delle poche strutture presenti. Dimore di Mimmina ed il B&B di Pietro Galassi potrebbero essere la soluzione per voi.
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