Sovana
A sette chilometri da Pitigliano, superato il torrente Lente, per una strada tagliata nel tufo, si giunge a quello che, ai tempi degli Aldobrandeschi, fu il centro principale del territorio, la capitale antica di una Maremma feroce e superba della sua potenza: Sovana.
Varcata la Porta della Rocca ci si trova subito immersi in un'atmosfera surreale: tra le case, per le tre "vie" principali (la "Via di Mezzo", la "Via di Sotto" e la "Via di Sopra") incombe il silenzio, un silenzio irreale che è dolore e gioia, natura ed arte insieme, antitesi che divengono un felice connubio, come tale fu, nell'antichità, quello tra politica e religione.
Il paese stesso, vive tra laicità e santità come testimoniano la Rocca Aldobrandesca e la Cattedrale, poste agli estremi dell'abitato.
Torrenti su cui si affacciano misteriose tombe etrusche, tufi muschiosi tra la fitta vegetazione che delimitano le "Vie Cave", secoli di vita che ancora oggi rivivono nelle antiche abitudini conservate dagli abitanti: questo è l'aspetto odierno di Sovana.
La sua origine è da ricercare nel periodo eneolitico; nel VII° e VI° secolo a. C. ricoprì grande importanza sotto gli Etruschi; forte impulso acquisì anche con i Romani, fino ad assumere un sempre maggiore prestigio che perdurò per tutto il Medioevo. I ruderi della Chiesa di S. Mamiliano testimoniano la presenza di comunità cristiane fin dal IV° secolo. Dall'825, fu sotto la famiglia Aldobrandeschi fino agli ultimi anni del Duecento, quando subentrarono gli Orsini con i quali la città condusse una lunga guerra contro Siena che se ne impadronì nel 1410.
Diede i natali, nel 1013 ad Ildebrando che fu eletto papa, sessant'anni dopo, con il nome di Gregorio VII°. Attualmente, dalla Porta della Rocca si diparte la "Via di Mezzo", nell'ultimo tratto Via del Duomo, lastricata a spina di pesce e fiancheggiata da case in stile medievale, quasi tutte con la caratteristica scala di accesso esterna e qualcuna, ancora, con la "Porta del Morto", la porta secondaria dalla quale si soleva far uscire la bara del defunto. Nella Piazza del Pretorio si affacciano le più importanti costruzioni del luogo.
Sul lato destro è sito il duecentesco Palazzo del Pretorio la cui facciata è adornata con nove stemmi di coloro che vi esercitarono il potere tra il XV° ed il XVII° secolo; di seguito c'è la Loggia del Capitano, a pianta quadrata, sormontata da uno stemma mediceo.
Sul lato sinistro, sorge il lavatoio, quindi la Chiesa di Santa Maria, in stile romanico, risalente al XIII° secolo, con interno a tre navate, di tipo basilicale, importante per gli affreschi di notevole pregio artistico e per il ciborio in travertino, di età preromanica (VIII° - IX° secolo), trasferito in loco, probabilmente, nell'XI° secolo dall'antica Cattedrale; è visibile, ancora, sullo stesso lato, il Palazzo Bourbon del Monte, del XVII° secolo, con una loggia che si apre al livello della piazza e, da ultimi su questo lato, sono visibili i resti della Chiesa di S. Mamiliano.
Sul prospetto frontale della piazza, tra la Via del Duomo e la Via di Sotto, si erge il Palazzo dell'Archivio, risalente al XIII° secolo, con un elegante campaniletto a vela ed un orologio. Lungo la Via del Duomo, sul lato sinistro, si trova una casa rustica indicata come luogo di nascita di Ildebrando di Sovana. All'estremità dell'abitato, in un piazzale erboso, si innalza, isolato ed imponente, il Duomo intitolato ai Ss. Pietro e Paolo con addossato il Palazzo Episcopale.
La chiesa risulta composta da una mescolanza di stili architettonici. Il portale è affiancato da due colonnine diversamente scanalate, con capitelli a motivi vegetali; l'interno è diviso in tre navate da pilastri opera di maestranze provenienti dalla scuola senese e dalla scuola dell'alto Lazio. Di notevole importanza è il penultimo capitello della seconda fila a sinistra che raffigura storie bibliche.
Nella navata di destra è l'urna che conteneva le reliquie di S. Mamiliano, patrono di Sovana, oggi conservate in una teca di vetro sotto l'altare. All'antico ciborio in bronzo dorato ed all'altare settecentesco in marmo è stato sostituito un altare in pietra ed ulteriori modifiche all'ambone ed all'altare stesso sono state apportate con l'attuale Vescovo. In prossimità del Duomo, il taglio della strada ha messo in luce una serie di pozzetti/granai e colombari costituiti da un numero rilevante di cellette.
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