Carnevaletto da tre soldi
Il carnevale è per molti italiani una circostanza bizzarra: i bambini lo attendono con l'idea che in un momento non meglio precisato sul finire dell'inverno potranno vestirsi come i loro supereroi, tirare coriandoli e fare scherzi più o meno nefandi ad amici e parenti. Au contraire, spesso, i genitori e gli adulti in genere, si infastidiscono o si lasciano prendere da un pizzico di malinconia.
Certo, si potrebbe dissertare sulle origini latine del nome "carnem levare" ("eliminare la carne") poiché anticamente la festa, di tradizione cristiana, indicava i banchetti che si tenevano prima del periodo di digiuno e astinenza della Quaresima; si potrebbe ricordare il calcolo con cui stabilisce il giorno di Pasqua e da questo le date in cui si iniziano tradizionalmente i festeggiamenti. Da tutto questo sicuramente l'orbetellano "carnevaletto da tre soldi" ha tratto parte delle sue origini.
Una data è però soltanto un numero sul calendario, senza l'impegno di chi prima del giorno stabilito non dona tempo ed energie a far accadere qualcosa di speciale. Grazie proprio alla loro passione, nel 1953, un gruppo di orbetellani fra cui Angione, Nigido e Braccianti, diedero vita al tanto amato "carnevaletto da tre soldi" accompagnato dalle note del maestro Anteo Ercole che gli dedicò la canzone "E' Carnevale".
Dal 1953 ad oggi, tante volte i carri e le maschere hanno sfilato avanti e indietro per Corso Italia, perfetto coronamento per chi in questa manifestazione aveva tanto creduto. Con il passare degli anni, nonostante la scarsa attenzione delle autorità, l'evento si è trasformato in vera e propria tradizione portando sempre più cittadini, appassionati e turisti a godere dello spettacolo di coreografie ed i carri di una bellezza in grado di competere con quelli più famosi del Carnevale di Viareggio.
Qualcuno lamentava però che i carri fossero troppo mastodontici per circolare per il Corso; qualcuno obiettava che chiudere la via principale del passeggio cittadino e far pagare un biglietto fosse a dir poco anticostituzionale; qualche altro (che per il corso ci vive o ci viveva) era infastidito dal frastuono e dal vedersi i carri sfrecciare accanto al balcone (anche se, forse, "sfrecciare" non era proprio la parola giusta vista dimensione e peso dei mezzi); senza contare i rioni letteralmente inferociti dalle ripetute vittorie del carro di Neghelli i cui ragazzi, in effetti, erano spesso sul podio con la coppa in mano.
Ogni orbetellano ha la propria versione... fatto sta che a partire dal finire degli anni '90, per scelte non sempre condivisibili, la festa, di evidente impatto economico e culturale per la comunità locale, cadde nel dimenticatoio fino a chiudere i battenti.
Quanti ricordano le domeniche a sfilare per il centro con le maschere di gomma piuma e raso incollate e cucite con tanta dedizione? Quanti ricordano le serate in cui si andava al "New Line" a ballare prima della premiazione delle maschere e dei carri?
Forse adesso molti orbetellani di quei tempi saranno gli adulti colpiti da apoplettica malinconia nel veder tornare il "Carnevaletto da tre soldi" ma è anche vero che, proprio per una rinnovata vitalità e grazie al patrocinio del Comune di Orbetello, il 2009 segna l'inizio di una nuova era in cui sia i turisti che i cittadini, sia i bambini che gli adulti, potranno tornare a godere di una festività che da sempre apre le porte alla bella stagione.
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